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La prima dell'opera Lohengrin si tenne il 28 agosto 1850 a Weimar. Fu diretta da Ferencz Liszt, amico intimo di Wagner. Era stato lui a contribuire alla messa in scena dell'opera, completata due anni prima. Wagner non poté essere presente all'evento: il suo temperamento sociale burrascoso lo portò sulle barricate della rivoluzione tedesca del 1848-1849, dopo di che, grazie a una felice coincidenza, trovò rifugio in Svizzera con documenti falsi e si trovò lì il giorno della prima. Seduto in uno degli hotel di Lucerna e guardando l'orologio, il compositore cercò di cronometrare l'esecuzione...

Lohengrin, con la sua azione rallentata, che contribuisce a un'immersione nella contemplazione di forze sublimi e misticamente incomprensibili, contrasta con gli eventi tempestosi, vissuti dall'autore al momento di terminare il lavoro su quest'opera. Il seme della storia è stato trovato nella leggenda di Lohengrin, giovane cavaliere del Santo Graal, che dalle cime delle montagne è sceso nel mondo mortale per esserne il difensore. Il libretto è stato scritto dallo stesso compositore, che ha reimmaginato in chiave romantica un episodio del romanzo medievale di Wolfram von Eschenbach Parsifal (Lohengrin è il figlio di Parsifal).

I momenti chiave e le trame sono stati presi in prestito dal romanzo: la natura sacra del nome dell'eroe, che non può essere conosciuto da nessun comune mortale, e un cigno che lo accompagna quando appare nel mondo umano. Tuttavia, gli eventi principali del libretto sono frutto dell'immaginazione del compositore. All'inizio dell'opera si sente la singolare e urgente richiesta del cavaliere alla sua sposa Elsa di Brabante: che non gli chieda mai il suo nome. Eppure gli uomini, anche i più perfetti, non sono in grado di frenare le loro passioni. La domanda posta da Elsa (già sua moglie) è, in senso quotidiano, attesa. Una moglie deve conoscere il nome del marito e l'incognita è dolorosa per lei. Un culmine elevato del finale diventa un monologo in cui il cavaliere rivela il suo nome... Toccare il sacro comporta inevitabilmente la sua perdita. Pertanto, l'esito dell'opera è logico: La partenza di Lohengrin verso le altezze celesti è misteriosa e incomprensibile quanto il suo arrivo.

Pochi anni dopo la prima, la popolarità del Lohengrin divenne inarrestabile, come una valanga. Nel 1853 fu messa in scena a Wiesbaden, nel 1854 a Lipsia, Breslavia, Stettino, Francoforte sul Meno e Darmstadt, nel 1855 a Colonia, Amburgo, Düsseldorf, Augusta, Hannover, Praga e Riga... Poco dopo si aggiunsero anche Vienna, Zurigo, Londra, Bologna, Firenze e Milano... Nel 1858 il futuro re di Baviera, Ludovico II, fu presente alla prima di Lohengrin a Monaco. Da allora, quest'opera e il suo autore divennero i suoi oggetti di delizia e di adorazione, e il suo castello di Neuschwanstein (i cui interni erano ispirati a Lohengrin) la grandiosa "materializzazione" di questi sentimenti.